Mario Cavaglieri
(Rovigo 10 luglio 1887 – Peyloubère-sur-Gers23 settembre 1969)
Mario Oddone Cavaglieri, questo il nome completo, era figlio di una famiglia ebrea benestante residente nel centro di Rovigo. La maggiore fonte di reddito proviene dai possedimenti terrieri di loro proprietà situati nel Polesine. Nel 1900 la famiglia, accresciuta della presenza della sorella Gilda, di un anno più piccola, decidono di trasferirsi a Padova per avvicinarsi ai nonni materni.
La famiglia viaggia spesso concedendosi vacanze e lussi facendo così crescere Mario come un viziato. Nel 1901 Mario inizia a prendere lezione di disegno dal professor Fava, facendo paesaggi, autoritratti, ritratti di contadini e giovani donne. Nel 1906 si iscrive a Giurisprudenza e contemporaneamente diviene allievo di Giovanni Vianello insieme a Felice Carena. L’anno seguente entra nell’atelier di Cesare Laurenti a Venezia, abbandonandola presto per seguire il suo personale stile. Nello stesso anno inizia a partecipare a varie esposizioni finché nel 1910 inizierà a vedere i primi riconoscimenti da parte della critica. In questo periodo avrà una relazione con la sua prima modella: Teresina.
Nel 1911 soggiorna a Parigi dove avrà modo di studiare gli Impressionisti e i Fauve. Lo stesso anno conoscerà la sua musa, Giulietta Catellini de Grossi che diventerà anche la donna della sua vita. In questi anni sarà spesso presente con numerose opere alle esposizioni della ‘Ca Pesaro, e nel 1913 esporrà anche a Monaco, Napoli e Roma.
Prima Guerra Mondiale e Dopoguerra
Il successo di critica e di pubblico si amplia rapidamente e con esse si moltiplicano anche le mostre. Nel 1915 è dispensato dall’obbligo di leva a causa della sua gracile costituzione. Giulietta nel 1916, stufa dell’ostruzionismo da parte dei genitori di lui, lo lascia e si sposa con il conte piacentino Alessandro Marazzani Visconti. L’anno seguente viene però richiamato dall’esercito, nonostante fosse stato inizialmente esentato, farà attività di ufficio a Padova fino al congedo del 7 novembre.
Tra le molte esposizioni cui partecipa in questi anni, sia in Italia che all’estero, è sicuramente da ricordare la personale di Roma del 1919, insieme allo scultore Hans Stoltenberg Lerche, a Casa Cagiati, il cui corpus è stato ricomposto grazie alle numerose recensioni tra cui quella di Longhi. Negli anni ottenne commenti positivi da Margherita Grassini Sarfatti, Raffaele Calzini, Vittorio Pica.
Nel 1920 ritrova Giulietta divenuta contessa Marazzini Visconti e rimasta vedova nello stesso anno. I due decidono di andare a vivere a Piacenza nel Palazzo Radini Tedeschi, da poco ereditato. L’anno seguente si sposeranno, appena qualche mese dopo la morte del padre di lui.
Fino al 1925 parteciperà alle più importanti esposizioni collettive come la Biennale di Venezia e ‘Ca Pesaro. Lo stesso anno deciderà di trasferirsi a Parigi dove esporrà al suo primo Salon, creando ben presto una nutrita cerchia di amici facoltosi. In questi anni parigini l’attenzione, dai suoi celebri interni e ritratti, si concentra su paesaggi e scene mitologiche. La sua presenza ai Salon sarà costante fino al 1939, nel ’34 parteciperà alla Biennale di Venezia, forse un timido tentativo di ritorno in patria. L’anno seguente l’amico De Pisis, in Francia per trovare il fratello, passerà del tempo dipingendo con lui en plein air.
Seconda Guerra Mondiale e Dopoguerra
Nel 1943 con l’avanzata tedesca in Francia, Cavaglieri scappa in Italia, nello stesso anno il cognato e parte della famiglia vengono deportati e uccisi nei campi di sterminio nazisti. Nel 1946 tornerà a Parigi ritornando a dipingere proficuamente, da qui le partecipazioni si susseguono numerose. L’apice è raggiunto con l’importante retrospettiva del 1953 alla Strozzina su invito di Carlo Ludovico Ragghianti.
Si inizierà ad interessare di arte orientale da cui trarrà molti spunti, nature morte e paesaggi, dipingendo e leggendo ogni giorno, fino al 22 settembre 1969 quando si spegnerà nella sua casa di Peyloubère.