Guido Peyron
Guido Peyron è nato a Firenze nel 1898.
Frequentò l’Istituto Tecnico ed appena concluso il corso di studi partecipò volontario alla Prima Guerra Mondiale come ufficiale.
Dal 1920 al 1922 si dedicò alle corse automobilistiche e giunse alla pittura solo nel 1924, incoraggiato da Ludovico Tommasi che gli fu anche maestro.
Ammiratore fin dall’inizio dell’opera di Amedeo Modigliani, intraprese un lungo soggiorno a Parigi.
Partecipò a molte Biennali veneziane, dove espose per la prima volta nel 1926 e dove ebbe una personale nel 1940; quindi alla Quadriennali romane. Nel 1932 espose a Firenze con Ardengo Soffici, Giorgio de Chirico, Ottone Rosai e Mario Sironi. Espose nel 1943 presso la Galleria Il Fiore con la presentazione di Sebastiano Timpanaro.
Dal 1942 fu titolare della cattedra di Figura disegnata al Liceo Artistico di Firenze.
Sue opere erano presenti alla grande mostra “Arte Moderna in Italia 1915 – 1935″ in Palazzo Strozzi nel 1967 con la presentazione critica di Michelangelo Masciotta. Di lui si sono occupati critici e letterati come Matteo Marangoni (catalogo mostra personale a Palazzo Strozzi del 1945), Sebastiano Timpanaro, Orio Vergani, Manlio Cancogni, Arturo Loria, Alessandro Bonsanti. I pittori Giovanni Colacicchi e Baccio Maria Bacci ed il già citato Michelangelo Masciotta, curarono il catalogo della mostra retrospettiva tenutasi a Firenze nel 1966 nella grande sala dell’Accademia. Eugenio Montale volle dedicare «a Guido Peyron pittore e cuoco», una sua poesia: “Il gallo cedrone”.
Nel clima culturale tra le due guerre, Guido Peyron è un caso singolare segnato dal privilegio della grazia, che nasce dalla nobiltà di un raffinato lavoro mentale. Esempio di quel modo antico di far pittura nel silenzio e nella riservatezza questa personalità si impone nel panorama del ‘900 italiano.
Muore a Firenze nel 1960.
Opere ed esposizioni
Da allora le sue opere sono sempre state presenti nelle maggiori mostre dove apparivano i maggiori pittori del ‘900.
Nature morte di oggetti silenti allusivi di profonde malinconie esistenziali, personaggi e figure ritratti con sottile ironia, sempre ricca di emozione sognante e castissima, a nessuno ormai sfugge il significato di questa arte cristallina e densa di emozione.
In ordine di tempo l’ultima importante retrospettiva a lui dedicata è stata quella tenutasi a Fiesole nel 2003 accompagnata da un catalogo che presenta esaustivamente tutta l’opera pittorica di Peyron.