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Filippo De Pisis “Ciclista”

Studio d'Arte Moderna Il Fiore

Filippo De Pisis “Ciclista”

Filippo De Pisis, Ciclista, Inchiostro su carta, cm 35x25, 1939

 

Filippo De Pisis
“Ciclista”
Inchiostro su carta
cm 35×25
1939

Luigi Filippo Tibertelli, che dal 1917 ha deciso di chiamarsi col nome d’arte Filippo De Pisis, pare avesse una certa affezione per la figura del ciclista.

Il particolare soggetto viene più volte proposto dal pittore e spesso proprio con la medesima tecnica dell’inchiostro.

È possibile che la carta sia stata eseguita dal maestro su suolo parigino, ma non ne possiamo avere la certezza, perché proprio in questo anno, il 1939, dopo oltre un decennio trascorso nella capitale francese decise di tornare in Italia con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

In questi anni francesi tornò più volte in patria per partecipare a molte mostre in importanti centri come Milano, Roma e Venezia, oltre a due importanti personali a Londra nel 1933 e nel 1935 promosse dal mecenate Anton Zwemmer.

In questo periodo trae contaminazioni inoltre da gruppi artistici francesi come gli impressionisti e i fauves.

La sua pittura diviene sempre più liquida che insieme alle linee spezzate e vibranti diverranno una carta d’identità per il pittore ferrarese.

Filippo De Pisis
“Cyclist”
Ink on paper
cm 35×25 
1939

Luigi Filippo Tibertelli, who decided to go by his stage name Filippo De Pisis from 1917 onwards, seems to have had a certain fondness for the figure of the cyclist.

The particular subject was repeatedly proposed by the painter and often precisely with the same ink technique.

It is possible that the paper was executed by the master on Parisian soil, but we cannot be certain of this because it was in this year, 1939, that he decided to return to Italy with the outbreak of the Second World War after more than a decade spent in the French capital.

During these French years he returned to his homeland several times to participate in many exhibitions in important centres such as Milan, Rome and Venice, as well as two important solo exhibitions in London in 1933 and 1935 promoted by the patron Anton Zwemmer.

In this period he also drew influences from French art groups such as the Impressionists and Fauves.

His painting became increasingly liquid, which together with the broken and vibrant lines became an identity card for the painter from Ferrara.

 

 

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