Mario Marcucci
(Viareggio 28 agosto 1910- 2 maggio 1992)
Mario Marcucci, sesto di sette fratelli, dopo il conseguimento del diploma di scuola media si imbarca insieme al padre Carlo, capitano della nave, ed il fratello maggiore. Durante questi mesi in mare già coltiva la sua passione per il disegno sviluppata da autodidatta.
L’austerità familiare ha influenzato il suo fare pittura, ogni supporto perciò risultava essere ottimale per poter dipingere. Marcucci fin da subito ha manifestato avere una particolare predilezione per gli acquerelli ed i colori ad olio privilegiando soggetti tratti dalla quotidianità che tradivano una reminiscenza macchiaiola. Dopo aver svolto il servizio di leva a La Spezia iniziò a partecipare a svariati concorsi che gli permisero di mettersi in mostra sia con il pubblico che con la critica. Nel ’37 Marcucci arrivò primo ex-equo con Sargentini al Premio Viani ottenendo al contempo l’ammirazione di Carlo Carrà.
Nel 1939 conobbe Parronchi che lo presentò ai maggiori letterati fiorentini del momento, tra i quali Mario Luzi, Carlo Betocchi ed Eugenio Montale. Nello stesso anno verrà chiamato nuovamente alle armi e dislocato alla Maddalena fino al 1941.
In questi anni la pittura cambia, forse sintomo del periodo difficile per l’Italia e per il mondo, divenendo più scura e magmatica. Esporrà, nel 1940, a Milano nella galleria “Il Milione” con presentazione di Antonio Delfini che per primo lo accosterà a Morandi con il quale poi verranno comparati anche Rosai, Tibertelli e De Pisis.
Dopoguerra
Dopo il congedo militare del 1944 si reca da Parronchi a Greve in Chianti, dove ritrova la famiglia sfollata da Viareggio. Nel primissimo dopoguerra Marcucci viene a Firenze aprendo il suo atelier in Via de’ Serragli, e di questi mesi sono i ritratti di Alessandro Parronchi e Romano Bilenchi, sempre nel 1945 esporrà alla galleria “Il Fiore” di Corrado Del Conte.
Nel 1948 prese parte alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia. Durante queste due esperienze rimarrà profondamente colpito dalle opere di Picasso il cui influsso cubista fu per lui determinante per gli anni avvenire. Si trasferisce per alcuni anni a Roma, fervida di personalità di spicco come Moravia che nel 1954 presentò la sua personale alla galleria “Il Pincio”.
Dopo questi anni romani si trasferirà a Firenze rimanendo fino all’alluvione del ’66 che gli distrusse completamente lo studio costringendolo a fare ritorno a Viareggio. Negli anni seguenti le mostre e le pubblicazioni si susseguirono numerose con altrettanto successo di pubblico che ne ha da sempre apprezzato le particolari atmosfere. Nel 1984 Marcucci si approccia alla pittura medievale e moderna dimostrando un particolare interesse per Giotto e Masaccio eseguendo alcune opere in stile. Nello stesso anno venne colpito da un ictus che lo rese quasi cieco.
L’anno successivo convolò a nozze con Carla Emilia Fontanini. Tra le celebri e numerose mostre che costellano la carriera artistica di Marcucci è meritevole di nota è l’accurata mostra dedicatagli dalla Galleria Farsetti di Prato, nel 1968 riunisce un corpo di cento peculiari opere accompagnate da un catalogo aggiornato. Il maestro si spegnerà nella sua Viareggio il 2 maggio 1992.