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Sergio Scatizzi “Fiori”

Studio d'Arte Moderna Il Fiore

Sergio Scatizzi “Fiori”

Sergio Scatizzi, Fiori, Olio su tavola, cm 36,5x27,5, 2009

 

Sergio Scatizzi
“Fiori”
Olio su tavola
cm 36,5×27,5
2009

La maniera di fare arte da parte degli artisti cambia inevitabilmente con loro perché ne segue il vissuto.

Troviamo perciò cambiamenti più o meno netti nelle attività di chiunque abbia fatto arte nella storia.

Queste variazioni possono dipendere da insorgenze di natura fisica, basti pensare ai dipinti del tardo Tiziano che divenuto quasi cieco arrivava a dipingere direttamente con le dita.

Oppure pensiamo agli stravolgimenti di Mondrian che da figurativo compie un percorso analitico volto all’essenzialità facendolo arrivare alle famose griglie.

Anche Scatizzi arriva ad uno scomponimento, le spatolate perdono distinzione tra soggetto e sfondo, il colore diviene turbinio mosso ed irrequieto, l’urgenza di dipingere si fa frenesia.

Quello che prima funzionava come una sorta di àncora viene definitivamente abbandonato, le ultime barriere linguistiche crollano lasciando in Scatizzi la massima libertà di espressione.

La definizione floreale si trasforma perciò in un guazzabuglio materico convulso, la piacevolezza si lega al colore ed alla sua resa scultorea, il resto è uno strumento effimero per tale scopo. 

 

 

Sergio Scatizzi
“Flowers”
Oil on board
cm 36,5×27,5
2009

The way artists make art inevitably changes with them because it follows their experience.

We therefore find more or less marked changes in the activities of anyone who has made art throughout history.

These variations may be due to insurgencies of a physical nature, just think of the paintings of the late Titian who, having become almost blind, went so far as to paint directly with his fingers.

Or think of Mondrian’s upheavals, who from figurative painting took an analytical path towards essentiality, leading to the famous grids.

Scatizzi, too, arrives at a decomposition, the spatula strokes lose distinction between subject and background, the colour becomes a restless whirlwind, the urgency to paint becomes frenzy.

What previously functioned as a kind of anchor is finally abandoned, the last language barriers collapse, leaving Scatizzi with maximum freedom of expression.

Floral definition is therefore transformed into a convulsive material jumble, pleasantness is linked to colour and its sculptural rendering, the rest is an ephemeral tool for this purpose.

 

 

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