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Sergio Scatizzi “Rose con nastro azzurro”

Studio d'Arte Moderna Il Fiore

Sergio Scatizzi “Rose con nastro azzurro”

Sergio Scatizzi, Rose con nastro azzurro, Olio su tela, cm 70x50, 2005

 

Sergio Scatizzi
“Rose con nastro azzurro”
Olio su tela
cm 70×50
2005

Alle volte le parole sono superflue perché a parlare sono e devono essere le opere.

In questo caso come possiamo semplicemente abbandonarci all’abbondanza di questi grumi, concrezioni di colore che paiono avere una loro indipendenza.

Ogni tocco si esprime in modo univoco, vi troviamo deliziose nuance rosa, intensi bordeaux ed energici gialli in grado di diffondere brillantezza alle colorazioni vicine.

Le striature poi, tutt’altro che casuali, riescono a rendere le sfumature dei fiori e la loro tridimensionalità, senza mai smarrire quella tattilità unica e delicatissima che contraddistingue la pittura di Scatizzi.

Quello che si può pensare è che certi giochi cromatici siano frutto di una casualità, perché noi che ne siamo spettatori abbiamo difficoltà a comprendere come tali possano essere frutto di una ricerca oculata.

Eppure, Diolaiuti, essendo tra i pochissimi ammessi nello studio dove Scatizzi dipingeva, ne può naturalmente confermare questo procedimento.

Tutto nasce dal perfetto accordo tra pensiero e mano, e quest’ultima non poteva raggiungere un compimento senza sintonia.

 

 

Sergio Scatizzi
“Roses with blue ribbon”
Oil on canvas
cm 70×50
2005

Sometimes words are superfluous because it is and must be the works that speak.

In this case, how can we simply indulge in the abundance of these lumps, concretions of colour that seem to have an independence of their own.

Each touch is uniquely expressed, there are delightful pink nuances, intense burgundies and energetic yellows that can spread brilliance to neighbouring colours.

The streaks then, anything but random, manage to render the nuances of the flowers and their three-dimensionality, without ever losing that unique and delicate tactility that distinguishes Scatizzi‘s painting.

What one might think is that certain colour games are the result of randomness, because we who are spectators find it difficult to understand how such can be the result of careful research.

Yet, Diolaiuti, being among the very few allowed into the studio where Scatizzi painted, can naturally confirm this process.

Everything stems from the perfect agreement between thought and hand, and the latter could not achieve fulfilment without harmony.

 

 

 

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